Addio a Ettore Scola, icona del cinema italiano

Ettore Scola, icona del cinema italiano, è morto ieri sera a Roma.
Nato nel 1931, Scola inizia il suo percorso artistico nel Marc’Aurelio, un giornale satirico italiano. Negli anni Cinquanta si avvicina al mondo del cinema, scrivendo alcune sceneggiature, spesso in coppia con Ruggero Maccari. L’esordio dietro la macchina da presa è nel ’64 con Se permettete parliamo di donne, ma è con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? del ’68 che Scola riesce a raggiungere il successo. Nel ’70, realizza Dramma della gelosia. Tutti i particolari in cronaca.

Il grande capolavoro di Scola è del ’74, C’eravamo tanto amati, con protagonisti Vittorio Gassman, Nino ManfrediStefano Satta Flores e Stefania Sandrelli. Nel film, dedicato a Vittorio De Sica morto nel novembre di quell’anno, recitano anche Aldo ed Elena Fabrizi, Marcello Mastroianni e Federico Fellini.

La carriera di Scola prosegue con I nuovi mostri (Scola ha diretto gli episodi L’uccellino della Val Padana, Il sospetto, Hostaria, Come una regina, Cittadino esemplare, Sequestro di persona cara ed Elogio funebre), Brutti, sporchi e cattivi, Una giornata particolareLa terrazza e Il nuovo mondo. Degli anni Ottanta, segnaliamo La famiglia, Splendor, Che ora è?. Nel ’98 Scola gira La cena, mentre del 2001 è Concorrenza sleale.
Il suo ultimo lavoro risale al 2013, Che strano chiamarsi Federico, dedicato alla memoria di Federico Fellini a vent’anni dalla sua scomparsa. Nel corso della sua carriera, Scola ha ricevuto quattro candidature ai premi Oscar, per la categoria miglior film straniero: nel ’77 per Una giornata particolare, nel ’78 per I nuovi mostri, nell’83 per Ballando ballando e nell’87 per La famiglia.

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