Paul Schrader – The canyons

È l’ombra di una nuova decadenza che domina su The canyons, film nato dall’incrocio di due talenti americani: il regista Paul Schrader e lo scrittore (qui sceneggiatore) Bret Easton Ellis. Due autori che spesso hanno raccontato storie di individui abbandonati al nichilismo, membri mentalmente instabili di una società sull’orlo dell’abisso. Sono loro i protagonisti delle grandi opere di Schrader ed Ellis (Taxi driver e American psycho) e The canyons subentra con una sua coerenza in questo contesto neo-decadente. Schrader ha spiegato come il film si collochi in quella che lui chiama “post-theatrical era”, coordinata temporale che trova il suo corrispettivo visivo nell’incipit, nel quale scorrono immagini di sale cinematografiche abbandonate e fatiscenti.

Questo inizio da requiem fa apparire il film come una pietra tombale da porre sui resti del cinema tradizionale, inteso coi criteri hollywoodiani. Nessun luogo migliore di Los Angeles poteva essere scelto come contesto per rappresentare la morte del vecchio cinema, città che, perso il classico fascino della vecchia Hollywood, viene trasfigurata in un’immagine arida e mortifera, quella del deserto, del canyon appunto. In questo deserto vivono i giovani personaggi concepiti da Ellis e Schrader, tutti appartenenti al mondo dello spettacolo: il produttore Christian, rampollo di ricca famiglia (James Deen); Tara, sua compagna e attrice (Lindsay Lohan); Gina, assistente di Christian (Amanda Brooks) e infine Ryan, suo fidanzato e aspirante attore. Ma se il cinema è morto, cosa rimane dei suoi protagonisti, gli attori?

the-canyons-lindsay-lohan

Nella rappresentazione pessimistica di The canyons, i quattro si dimostrano persone prive di ogni forma d’amore nei confronti di quest’arte, figure scialbe, avvezze alla menzogna e sempre meno capaci di gestire i rapporti umani e sentimentali. È infatti proprio attorno ad un triangolo amoroso che si costruisce il film: Ryan è l’ex fidanzato di Tara, ma Christian e Gina non ne sono a conoscenza quando i quattro si incontrano ad una cena. Tara e Ryan sono ancora innamorati, ma a rendere impossibile il loro rapporto è Christian, personaggio tipico della letteratura di Ellis, un edonista perverso, arrogante e privo di scrupoli (non molto diverso dal Patrick Bateman di American psycho).

L’idea che si ha è quella di una serie di personaggi appena abbozzati, privi di spessore, “vuoti” quasi quanto la sceneggiatura che sta dietro la loro creazione: si fa sentire la banalità di certi dialoghi, a suo modo coerente con lo spessore di questi personaggi, incapaci di attirare su di sé l’interesse dello spettatore. La piega del thriller alla fine arriva, anche se il contesto nel quale si sviluppa resta poco originale, specialmente se operiamo un confronto con altre precedenti opere dei due autori.

Nelle parole di Bret Easton Ellis, The canyons è concepito come un neo-noir, incentrato su un gruppo di ventenni alle prese con un mondo dello spettacolo la cui evoluzione assume le forme della caduta. Lo stesso film di Schrader riflette questa tendenza, essendo un’opera realizzata grazie all’uso di piattaforme online, quali Kickstarter (sito di crowdfunding) e Let It Cast. La formula in sé ha un grande potenziale, che qui ha forse incontrato un ostacolo nella scelta dei ruoli principali, come ha sottolineato lo stesso Ellis: se il ruolo di Christian è stato pensato per James Deen, giovane star del cinema a luci rosse, quello di Tara inizialmente non doveva essere affidato alla Lohan, attrice che, secondo la giusta previsione di Ellis, avrebbe gettato sul film un’ombra legata alla sua controversa vita privata.

Scelte difficili a parte, The canyons si rivela uno sforzo non del tutto riuscito, un’opera non priva di un suo cupo fascino decadente ma caratterizzata da un intreccio troppo scontato, per il quale si respira a fatica sia l’aria del noir che quella, vagamente ricercata con alcune piatte scene di sesso, del thriller erotico.

SOSTIENI LA BOTTEGA

La Bottega di Hamlin è un magazine online libero e la cui fruizione è completamente gratuita. Tuttavia se vuoi dimostrare il tuo apprezzamento, incoraggiare la redazione e aiutarla con i costi di gestione (spese per l'hosting e lo sviluppo del sito, acquisto dei libri da recensire ecc.), puoi fare una donazione, anche micro. Grazie