Pietro Germi – Divorzio all’italiana

Nella fittizia Agramonte vive il barone Fefé, sposato da dodici anni con la brutta Rosalia (la splendida Daniela Rocca, resa quasi irriconoscibile per il ruolo), ma innamorato di Angela. In Italia il divorzio non è ancora legale, al contrario del delitto d’onore, per il quale sono previste delle attenuati e quindi una pena più leggera rispetto al comune omicidio. Così, Fefé pensa bene di trovare un amante alla moglie, fingere di coglierli in flagrante e di ucciderli, per poi poter sposare Angela, una volta scontata la sua breve condanna. Tuttavia, il piano non si rivela così semplice e il barone sarà costretto ad adattarsi agli eventi, inventandosi su due piedi innumerevoli espedienti per riuscire a coronare il suo sogno d’amore.

Seguendo la traccia della classica commedia all’italiana, Pietro Germi imposta una divertente pellicola che indirettamente insiste sulla necessità di una legge sul divorzio, negli anni Sessanta ancora assente (fu infatti introdotta in Italia nel ’70), oltre ad offrire una panoramica sul clima socio-culturale della Sicilia del tempo, in cui ancora esisteva il delitto d’onore, addirittura regolamentato dal codice penale. Per la verità, lo scopo del regista era proprio quello di attingere ad alcuni fatti di cronaca per raccontare una storia incentrata sul divorzio e sui mariti traditi, carnefici di donne disonorate.

Per Germi nel nostro Paese vigevano ancora usi «medievali», che si appellavano al delitto d’onore per risolvere questioni della più svariata natura. Le coppie mal assortite erano all’ordine del giorno, così come i casi in cui due persone smettevano di amarsi, dopo un periodo più o meno lungo insieme: quella libertà dal partner che oggi il divorzio garantisce, sia a livello personale che giuridico, ai tempi di Divorzio all’italiana era ancora una questione irrisolta. È proprio attraverso l’ironia e la satira che il regista genovese propone una riflessione su queste tematiche, in un film-capolavoro il cui modello fornirà lo schema base per altre commedie del filone più popolare e fortunato del cinema nostrano.

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