È stata rubata durante la Fiera del Libro di Bogotà una copia della prima storica edizione di Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez, uscita nel ’67 in ottomila esemplari.
Il libraio derubato, il quale aveva prestato il preziosissimo volume alla manifestazione insieme ad altri trenta titoli (tra cui una prima edizione de La Mala Ora), ha affermato che difficilmente un oggetto del genere potrebbe essere rivenduto. Tuttavia, l’ipotesi è che il furto sia stato effettuato su commissione di qualche altro collezionista.
Il romanzo del premio Nobel per la letteratura nell’82, scomparso nell’aprile 2014, è incentrato sulla storia della famiglia Buendía, che attraversa sette generazioni. Il tutto è ambientato nell’immaginaria Macondo, in Colombia. Il valore dell’opera deriva anche dallo scrupoloso lavoro del suo autore, che ne iniziò la redazione già negli anni Quaranta, ossessionato dall’idea di scrivere una saga familiare. Dopo un blocco creativo, Márquez ha letteralmente una visione su come dovrà essere il suo romanzo nel ’65 e per diciotto mesi si isola e vi lavora, mentre la moglie fa debiti per mandare avanti la casa in assenza del marito. Il primo lettore in anteprima di alcuni capitoli di Cent’anni di solitudine fu Carlos Fuentes, che ne parlò in modo positivo. La prima edizione del romanzo fu esaurita in due settimane e, in pochi mesi, vennero stipulati diciotto contratti per le traduzioni estere, con Feltrinelli per l’Italia.