La cover di Unknown pleasures, uno dei Joy Division (1979), è una delle più celebri di sempre. La leggenda vuole che le “montagne” stilizzate, ritratte in negativo e realizzate dal grafico inglese Peter Saville (una delle colonne della Factory Records), rappresentino le onde della prima pulsar scoperta. La fonte d’ispirazione? Una pagina della Cambridge Encyclopedia of Astronomy del 1977, che fu inviata a Saville dalla band. O almeno così sembrava, fino ad oggi.
A mettere in discussione il mito ci pensa un articolo del magazine Scientific American, secondo cui la fonte d’ispirazione del lavoro fu la tesi di dottorato di Harold D. Craft, uno studente della Cornell University. Radio observations of the pulse profiles and dispersion measures of twelve pulsars (1970), questo il titolo del lavoro, illustrava i risultati delle osservazioni dello scienziato, condotte nel 1967 nel Arecibo Radio Observatory di Porto Rico.
Ecco le fasi di stesura della tesi:
«Nell’assemblare la tesi, diedi le illustrazioni dei movimenti delle stelle ad una illustratrice che lavorava nel dipartimento di scienze della Cornell, la quale utilizzò l’inchiostro di china per rendere i tratti più distinguibili», racconta Craft.
Il resto è storia: l’immagine giunse a Saville (che ne ignorava la provenienza) e divenne la metafora perfetta dell’angoscia di Ian Curtis e di un’intera generazione. Craft non ne sapeva nulla: «A informarmi, molti anni fa, fu un collega. Mi precipitai in un negozio di dischi e ne comprai due copie».
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