Italiani a Berlino: da "Vergine giurata" a "torneranno i prati"

Vergine giurata di Laura Bispuri è l’unico titolo italiano in concorso a Berlino quest’anno. Ma saranno presenti anche torneranno i prati, Cloro, Short skin, Il gesto delle mani e 1992. Vediamoli insieme.

Vergine giurata è stato girato tra Bolzano e l’Albania. Con protagonista Alba Rohrwacher e ispirata al romanzo di Elvira Dones (pubblicato da Feltrinelli), la pellicola racconta la storia di una bambina di nome Hana, che cresce sulle montagne albanesi in una società fortemente maschilista. L’unica via di fuga è costituita dal Kanun, il codice della sua terra, che consente alle donne albanesi di avere gli stessi diritti degli uomini, a una condizione: rimanere vergini. Hana si appella a questa legge e assume il nome di Marc. Chiaramente, questo le permette di sfuggire a un destino infelice solo in parte: rinunciando ad esprimere la sua femminilità, Hana deve rinunciare anche all’amore.

Spazio nella sezione Special anche a torneranno i prati di Ermanno Olmi (qui la nostra recensione): la pellicola è ambientata durante la Prima guerra mondiale e racconta la tragedia dei soldati in trincea sull’Altopiano di Asiago.

Cloro di Roberto Sanfelice sarà presente nella sezione Generation 14plus e ha come protagonista un’adolescente con il sogno di diventare una brava nuotatrice di nuoto sincronizzato. Le sue aspirazioni vengono, però, sconvolte da una tragedia. Sempre in Generation 14plus, Short skin di Duccio Chiarini racconta invece la storia di un ragazzo affetto da una malformazione al prepuzio, che ne condiziona il rapporto con il sesso. Infine, Il gesto delle mani di Francesco Clerici, inserito nella sezione Forum, è un documentario che ha come punto centrale la scultura in bronzo, realizzata oggi con gli stessi metodi del V secolo a.C.

In realtà non è finita qui: alla Berlinale verrà presentata anche 1992, serie tv su Tangentopoli e sulla stagione di Mani Pulite. Omaggio anche a Francesco Rosi, che verrà ricordato con la proiezione di Uomini contro. Sulla morte del regista, il direttore della Berlinale Dieter Kosslick ha affermato: «La perdita di Francesco Rosi è una perdita importante. I film di Rosi, con il loro potere esplosivo, sono ancora oggi validi» (fonte ANSA). Al regista italiano nel 2008 era stato conferito l’Orso d’oro alla carriera, mentre con il suo Salvatore Giuliano vinse l’Orso d’argento per la regia a Berlino nel ’62. Ne approfittiamo per ricordarvi ancora una volta la retrospettiva dedicata a Rosi al Cinema Lumière a Bologna: qui la nostra news a riguardo.


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