James McTeigue – V per Vendetta

«Ricorda per sempre il cinque novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il Parlamento. Non vedo perché di questo complotto, nel tempo il ricordo andrebbe interrotto». Siamo nel 2019, in una Gran Bretagna reduce da un decennio di guerre e instabilità politica. Il partito neoconservatore, con a capo Adam Sutler nel ruolo di Alto Cancelliere, ha preso il potere e mantiene l’ordine attraverso il controllo assoluto dei mass media e l’azione arbitraria della polizia. Una sera, la giovane Evey viene salvata da un tentativo di violenza da uno strano individuo con il volto celato da una maschera, che ricorda le fattezze di Guy Fawkes. L’uomo si chiama V e in un messaggio trasmesso all’emittente BTN invita il popolo a unirsi a lui, a un anno da quella notte, di fronte ai cancelli del Parlamento, per combattere il regime totalitario e riappropriarsi delle libertà perdute.

V è stato la cavia di alcuni esperimenti biologici condotti in un campo di concentramento, prima dello scoppio della guerra civile: il governo incarica l’ispettore Finch di scovarlo, in quanto il cospiratore sta uccidendo uno dopo l’altro i suoi ex torturatori, nel frattempo diventati rispettabili membri della società. Arriva il giorno dell’atto finale, il 5 novembre 2020. V concretizzerà i suoi propositi? Il popolo, finalmente, riuscirà a emanciparsi dalla dittatura? Chi era realmente V?

V per Vendetta di James McTeigue non rinuncia al gusto per la citazione: il libro preferito del protagonista è Il conte di Montecristo e un riferimento all’opera verrà fatto da Evey nelle battute finali; prima di uccidere uno dei suoi nemici, V si presenta come «il fantasma del Natale passato», palese riferimento al Canto di Natale di Dickens; menziona Shakespeare in tre occasioni: «faccio tutto ciò che è degno di un uomo, chi osa di più non lo è» (Macbeth), «nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni» (La dodicesima notte) e «la verità è che c’è qualcosa di veramente marcio in questo Paese» (Amleto); infine, spazio pure per un altro grande classico, Faust («con la forza della verità, in vita, ho conquistato l’universo»), mentre lo stesso rifugio di V diventa un gigantesco e continuo richiamo culturale, dove spicca, tra gli altri, un celebre quadro di Jan van Eyck, il ritratto dei coniugi Arnolfini.

Johann Wolfgang Goethe diceva che «nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo», ossia un governo è perfettamente in grado di nascondere al popolo i segni della dittatura sotto un’apparente democrazia, ottenendo il controllo tramite la paura e configurandosi come l’unica soluzione possibile per la sicurezza dei cittadini. I diritti civili e le libertà individuali vengono calpestati, fino all’esasperazione e alla rivoluzione sociale: V per Vendetta è un film, ma la storia lì raccontata non è poi così lontana da ciò che nella Storia è accaduto nel passato, accade nel presente e forse accadrà domani, nel futuro.

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