Phil Spector, l'avvocato: «Non parla e ha perso molto peso»

Dal 2009, Phil Spector, uno dei più grandi produttori musicali di tutti i tempi, è detenuto in prigione, riconosciuto colpevole dell’omicidio dell’attrice Lana Clarkson, avvenuto nel 2003 e per il quale dovrà scontare complessivamente 19 anni. Dal carcere di Corcoran, Stockton, in California, arriva ora l’allarme del legale di Spector, Chuck Sevilla, che denuncia le difficili condizioni di salute di Spector, che dalle foto appare in effetti molto provato. 

«L’anno scorso è stato spostato in una nuova struttura ospedaliera a Stockton. È molto fragile – ha spiegato Sevilla al Mirror -. Credo sia ancora in grado di camminare, ma ha perso molto peso, non parla da nove mesi per via dei polipi alla gola per cui continuano a dirgli che dovrebbe essere operato. Ed è solo uno dei suoi problemi di salute. Ha settant’anni e non è nelle migliori condizioni».

«La prigione – continua il legale – non ci fornisce informazioni circa il suo stato di salute. Stiamo ancora aspettando di sapere di cosa abbia bisogno». «Potete immaginare di essere in prigione, di avere bisogno di aiuto e di non riuscire a parlare? È una situazione molto pericolosa».

Sentito dal Mirror, un portavoce del Dipartimento di Correzione e Riabilitazione ha risposto con un “no comment” alle accuse di Sevilla. 

Spector, che a dicembre compirà 75 anni, ha legato il suo nome alla tecnica del “wall of sound”, un tipo peculiare di sound stratificato ed orchestrale che ha impreziosito dischi come Let it be dei Beatles, All things must pass di George Harrison (1970), Imagine di John Lennon (1971), Death of a ladies’ man di Leonard Cohen (1977) e End of the century dei Ramones (1980). Per la cronaca, il produttore si è sempre dichiarato innocente del delitto della Clarkson: secondo Spector, la donna si sarebbe uccisa da sola (con un colpo di pistola in bocca) perché depressa da una carriera mai decollata.  

Ecco Phil Spector oggi, in una foto segnaletica:

E qui com’era prima dell’arresto:

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