Venezia, Viggo Mortensen: «Vi racconto il mio Camus»

Viggo Mortensen è tra gli attori che ieri hanno animato la 71esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Mortensen è infatti al Lido per presentare il suo nuovo film, Loin des hommes.

Tratta da un racconto di Albert Camus, L’ospite (1957), e diretta da David Oelhoffen, la pellicola (in concorso nella sezione Venezia 71) ha come protagonista Daru, un maestro elementare (interpretato proprio da Mortensen) che vive isolato in una fattoria nell’altopiano algerino in cui insegna ai figli dei pastori. La sua tranquillità è però minacciata dalla guerra, che, proclamata dall’Algeria contro la Francia (di cui era colonia) nel 1958, insanguinerà il paese fino al 1962.

«Non c’è niente di più sovversivo dell’amore e della compassione», ha spiegato l’attore, la cui performance (come tutto il film) è stata applaudita dalla stampa durante la proiezione. «Per il protagonista non esiste rifugio», ha spiegato il regista, il 45enne francese David Oelhoffen. «Daru ha vissuto la seconda guerra mondiale, subendo e infliggendo violenza, quindi ne vuole rifuggire. E’ un pacifista costretto ad effettuare uno strappo nei valori che si è imposto con l’uccisione di un essere vivente [un cavallo dapprima, poi anche un berbero, n.d.r.]».

Insomma, un personaggio per certi versi simile al Tom Stall di History of violence di David Cronenberg, una delle pellicole più importanti tra quelle interpretate da Mortensen, che alla stampa ha anche spiegato di essersi avvicinato a Loin des hommes leggendo tutto Camus. «Ho letto tutto di lui. Sono anche stato in Algeria per un po’, ho camminato, viaggiato per i luoghi che Camus aveva visto; ho ascoltato la gente, mi sono aperto e ho lasciato entrare informazioni senza dare giudizi. Poi anche se non era necessario ho letto i suoi diari. In uno di questi ha scritto: “Non sono fatto per la guerra, sono incapace di desiderare e accettare la morte del mio avversario”».

Secondo l’attore, Loin des hommes è dopo La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo, «il più sovversivo» tra i film girati sul conflitto franco-algerino. La pellicola di Oelhoffen si colloca così tra le favorite per una vittoria finale.

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