Kathryn Bigelow al lavoro su un altro war movie

Sebbene la notizia in Italia sia passata quasi inosservata, Bowe Bergdahl è il nome dell’uomo che dal 31 Maggio scorso riempe le prime pagine di tutti i giornali americani, data in cui, dopo cinque anni di prigionia è stato liberato dai combattenti Afghani in cambio di cinque talebani detenuti nel carcere di Guantanamo.

Una storia drammatica che non ha lasciato stralci polemici e che per certi versi, in un incrocio tra reale e immaginario sempre più stretto, ricorda la trama della popolare serie televisiva Homeland, nella quale un uomo viene liberato dopo anni di torture alimentando il sospetto che lui stesso possa essere una spia. Tutte caratteristiche che fanno della vicenda di Bergdahl, una storia dal forte impatto mediatico ed emotivo che il cinema potrebbe restituire al meglio.

Tanto più se al timone del progetto ci fossero gli “esperti in materia”, Kathryn Bigelow e Mark Boal, rispettivamente regista e sceneggiatore di The Hurt Locker (che ha vinto l’Oscar nel 2010 come Miglior Film) e Zero Dark Thirty. Il progetto è ancora alle fasi iniziali e non è ancora chiaro su cosa si concentrerà, ma sembra che in tutti questi anni i due cineasti siano stati costantemente sulle tracce di Bergdahl con l’intenzione in futuro di farne un film.

Lo stesso procedimento che hanno seguito per Zero Dark Thirty: Boal aveva infatti una sceneggiatura già pronta che raccontava le ricerche senza esito di Osama Bin Laden; poi però con la cattura del terrorista talebano Boal ha riscritto completamente la sceneggiatura per riadattarla alla nuova situazione. Ora con la vicenda Bergdahl, la storia sembra ripetersi.

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