Adrian Lyne – Allucinazione perversa

Allucinazione perversa è un titolo che si integra bene nella filmografia di Adrian Lyne: la perversione e in genere l’erotismo sono protagonisti di film come Attrazione fatale e Proposta indecente, opere di un regista che ha fatto del thriller erotico il suo genere preferito. Per parlare di questo film, scritto dallo sceneggiatore di Ghost, e capire come si discosti da opere precedenti e successive di Lyne, è utile pensare al titolo originale, Jacob’s ladder: formula biblica riferita alla scala per il Paradiso vista in sogno da Giacobbe, canale di collegamento tra Terra e Dio. Jacob è anche il nome del nostro protagonista, interpretato da Tim Robbins. Scartato l’aggettivo “perversa”, resta l’allucinazione che, si può ben dire, costituisce il nucleo di questo cupo film, per molti aspetti identificabile come horror.

 

La storia segue tre fili narrativi separati cronologicamente: inizialmente vediamo Jacob militare nella guerra in Vietnam, dove lui e altri soldati diventano deliranti dopo aver fumato della droga; il tempo presente (nel quale si svolge gran parte del film) è successivo al ritorno dal Vietnam: Jacob è fidanzato con Jezebel e sembra soffrire di stress post-traumatico, aggravato da terribili visioni di mostri disumani e figure senza volto che cercano di ucciderlo (lui cerca di indagare contattando i compagni marines); altre allucinazioni (in forma di flashback) sono invece positive e mostrano momenti felici di Jacob, trascorsi con i figli e la moglie Sarah prima della guerra.

 

 

Il film affronta argomenti molto concreti, causa di dibattito negli Stati Uniti del dopo Vietnam (guerra già di per sé detestata dagli americani): il problema dello stress post-traumatico si aggiunge agli effetti collaterali dovuti alla somministrazione di alcune sostanze ai soldati, droghe capaci di incrementare la capacità di combattimento alterando i sensi e che, nel film (nella realtà gli effetti sono meno sanguinari), causano massacri mettendo gli americani uno contro l’altro in stato di ferinità. In queste allucinazioni (causate da una droga nota come “la Scala”) di perverso c’è ben poco: appaiono demoni e luoghi d’incubo e il film diventa di conseguenza un thriller psicologico con momenti horror, pochi ma d’effetto (alcune scene furono modello per il videogioco Silent Hill).

 

L’interpretazione di Robbins è valida, essendo capace di passare da il volto di padre “normale” e buono a quello di uomo spaventato, paranoico. Ruolo importante è però anche quello di Louis (Danny Aiello), chiropratico amico di Jacob che funge da sua figura salvatrice, quasi taumaturgica: il suo personaggio, nei minuti finali, chiarisce il legame tra il sogno biblico di Giacobbe e la storia di Jacob. Allucinazione perversa è in definitiva un ottimo thriller, in grado di fare pensare sul tema della guerra mettendo in risalto, più che l’azione bellica in sé (come si è preferito in altri film), il danno causato alla psiche degli uomini coinvolti.

 

 

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