Tre anni cancellati dalla memoria, un buco nero da cui emergono solo dolorosi flashback. Tre anni da binge drinker, che Violetta Bellocchio ha scelto di raccontare in Il corpo non dimentica, appena uscito per Mondadori.
Una storia fatta di angosce, incontri sbagliati, ricoveri, sesso senza amore o piacere; una storia di paura, quella che fa temere di non arrivare al giorno dopo. Comincia il difficile percorso di disintossicazione e, anche quando tutti ti dicono che ce l’hai fatta, c’è sempre qualcosa che ti spinge a pensare che basta un passo falso per ripiombare nell’abisso. Così, l’unico modo per affrontare i propri demoni è quello di metterli nero su bianco.
Con questo libro la Bellocchio, già autrice nel 2009 di Sono io che me ne vado, offre al pubblico una testimonianza coraggiosa e piena di autoironia, un’opera emotivamente forte, sincera: perché non si può scappare da se stessi, ma, quantomeno, guardarsi alle spalle, riconoscere il proprio passato, per affrontare con più serenità il futuro.