Jalil Lespert – Yves Saint Laurent

Yves Saint Laurent non è stato solo un grande stilista. Saint Laurent è stato un’icona nel mondo della moda e lo è ancora, anche a sei anni dalla morte. Portare al cinema la sua figura è solo uno dei tanti modi per omaggiarne l’opera: Jalil Lespert ha realizzato un biopic che porta il nome del protagonista e che ripercorre il suo percorso professionale e personale, quest’ultimo incentrato sul rapporto con Pierre Bergé, compagno di una vita, ma anche la controparte equilibrata e razionale opposta a Saint Laurent.

Proprio con Bergé lo stilista fondò nel ’62 il marchio che portò a lungo il suo nome, dopo l’esordio nel mondo della moda a diciassette anni per Christian Dior. Dopo la morte dello stesso Dior, nel ’57, fu proprio Saint Laurent a succedergli: egli non fu solo un genio creativo per la sua maison, ma fu un autentico precursore nel settore, capace di creare stili unici, mutuando anche dal “basso”, evitando lo scarto esistente tra il mondo dell’alta moda e la realtà quotidiana, confezionando capi eleganti, raffinati, ma anche adatti ai tempi in continua evoluzione. Ben prima di Armani, Saint Laurent capì che lo smoking poteva essere indossato anche dalle donne, mentre l’amore per l’arte, la letteratura e il teatro costituì una fonte d’ispirazione constante per le sue creazioni.

Il film, però, non vuole essere solo una celebrazione di Saint Laurent: c’è posto anche per la droga, i rapporti sessuali promiscui, le scenate di gelosia, i tradimenti, le spinte autodistruttive placate da Bergé, compagno, amante, ma anche colui che, in buona misura, ha contribuito alla concretizzazione e all’affermazione dell’etichetta YSL. Un aspetto già evidenziato qualche anno fa nello splendido documentario L’amour fou di Pierre Thoretton, ma che oggi acquista un sapore del tutto nuovo, perché è stato lo stesso Bergé ad approvare il film di Lespert, permettendo la fruizione degli abiti conservati presso la Fondazione Saint Laurent e partecipando attivamente alla stesura della sceneggiatura, in modo che il prodotto finale fosse il più possibile vicino alla verità.

È corretto dire, quindi, che il biopic non è solo un film su Saint Laurent, ma su Saint Laurent e Bergé e il loro bizzarro, eppure profondo, rapporto: anche se l’amore dovette subire l’impatto con il successo, le infedeltà e le fragilità emotive di Saint Laurent, è impossibile raccontare la sua storia senza intrecciarla indissolubilmente a quella di Bergé. Bravissimi gli attori protagonisti, primo fra tutti Pierre Niney, giovanissimo e talentuoso attore, accomunato al suo personaggio da una straordinaria somiglianza fisica. La sua militanza nella prestigiosa Comédie-Française di certo ha aiutato a restituire sullo schermo in modo credibile un carattere a tutto tondo, reso ancora più forte e intenso dall’intesa con l’ottimo Guillaume Gallienne. Il risultato è un prodotto in cui non solo allo stilista, ma soprattutto all’uomo, è stata resa giusta memoria. Le mode passano, lo stile è eterno.

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