L'editoriale di Aaron Sorkin su Philip Seymour Hoffman

Aaron Sorkin, premio Oscar per la sceneggiatura di The social network, ha parlato di Philip Seymour Hoffman in un editoriale sul «Time». A questo link potete leggere l’intervento integrale e in lingua originale. Una volta Hoffman avrebbe detto a Sorkin che una sua eventuale morte avrebbe potuto salvare almeno una decina di altre vite, spaventandole circa gli effetti letali della droga.

Dell’articolo di Sorkin ve ne proponiamo un passaggio:

«Phil Hoffman e io avevamo due cose in comune: eravamo entrambi padri di bambini piccoli ed entrambi eravamo stati in riabilitazione a causa dell’uso di sostanze stupefacenti […] Phil Hoffman […] non è morto per un’overdose di eroina. È morto di eroina. Dovremmo smettere di dire che se ne avesse assunto un differente quantitativo non sarebbe morto e tutto sarebbe andato a buon fine. Non è morto perché stava facendo baldoria o perché era depresso. È morto perché era un tossicodipendente in un giorno della settimana qualsiasi. Tra le cose per cui sarà meritatamente ricordato ci sono il suo Willy Loman che è allo stesso livello di quello di Lee J. Cobb e di Dustin Hoffman, il suo Jamie Tyrone, il suo Truman Capote e il suo premio Oscar. Aggiungiamoci quelle dieci persone che sarebbero morte e non moriranno».

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