Johnny Marr vs Spotify (e le Haim)

Dopo Thom Yorke e David Byrne, anche Johnny Marr si aggiunge al gruppo degli artisti non proprio entusiasti di Spotify. «Credo sia d’intralcio alle nuove band», ha scritto Marr in un ipotetico “Queen speech” pubblicato sull’ultimo numero di NME (e ripreso da FACT).

«Penso che non ci sia nulla di così opposto al punk rock come Spotify. Non ho risposte alla situazione economica dell’industria musicale, ma credo non dovremmo smettere di dare valore a ciò le una band fa», continua Marr. «La cultura pop non è semplicemente una questione di musica. È uno stile di vita, un’estetica, non è premere un bottone e pensare esclusivamente ai ricavi. Mettiamola così: ci renderemo presto conto delle difficoltà che la musica più innovativa soffre nuotando in una corrente così grande», ha spiegato Marr.

Nell’articolo sul NME, l’ex chitarrista degli Smiths non ha mancato di dire la sua sua alcune delle band più “in” del momento. Promossi Grimes e Chvrches, ma decisamente bocciate le Haim: «È semplice: fanno di tutto per sembrare idiote». Il riferimento è all’incontro che le tre hanno avuto con il Primo Ministro britannico, il conservatore David Cameron, e alla performance di The wire a lui dedicata. «I Conservatori provarono a fare la stessa cosa con gli Smiths, di riappropriarsene in un modo falso, semplicemente per essere cool», ricorda Marr.

Tra i progetti futuri del musicista c’è la scrittura di un libro di memorie (probabilmente influenzato dalla autobiografia di Morrissey). L’ultimo album, The messenger, è uscito lo scorso febbraio. Ecco il video di quello che probabilmente è il brano migliore dalla tracklist, Upstarts:

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