Dog Day – Fade out

Seth Smith e Nancy Ulrich avevano promesso che questo loro terzo album a nome Dog Day sarebbe stato il più maturo, e in effetti Fog day potrebbe tranquillamente passare come il “classico” della band. Dipende, però, cosa s’intenda per maturità. Rispetto al diretto predecessore, Deformer (2011), il garage-pop del duo ha meno spigoli, le maglie sono meno spesse, più lavorate. In generale, c’è meno impeto: evidentemente, la recente colonna sonora che Smith ha realizzato per il suo esordio registico, Lowlife, qualche influsso in questo senso l’ha avuto.

Però a queste tredici tracce manca un po’ di pepe. Insomma, va bene riesumare Velvet Underground, Cure, gli oscuri gruppi fuzz degli anni ’60-’70, i Jesus and Mary Chain e scrostare via un po’ di depressione, ma per rendersi incisivi ci vuole di più. Blackened, ad esempio, trova uno spunto interessante soltanto sul finale, con un bel solo distorto di chitarra: per il resto, si trascina diligente, ma niente più. Idem per Joyride, con i suoi innesti elettronici e le voci che riecheggiano sinistre.

Le visioni psichedeliche di Interview sono soffuse, malgrado le impennate improvvise. Una specie di torpore, una nebbia avvolge tutto il disco: lo shuffle di Wasted, ad esempio, che sta tra Joy Division (la sezione ritmica, il tono lugubre) e Rolling Stones (l’attitudine rock’n’roll), ma senza il gelo dei primi e l’energia blues dei secondi. Le chitarre mostrano un cipiglio più aggressivo in Get high e in Alone with you, un altro boogie intrigante, a dimostrazione di come Fog day contenga anche qualche elemento classic rock in più rispetto al predecessore. Il pop anni ’60 swingante di Lurking fear, con buona chiusura rumorista, e soprattutto l’angosciosa Leave your body, sono due modi interessanti di declinare il tema orrorifico di fondo, ma al di là del tono giusto (apatico, distaccato), hanno pochi motivi di interesse, e soprattutto speculano troppo sui cliché gotici del passato.

Insomma, Smith e la Ulrich hanno probabilmente confezionato l’album che probabilmente adopereremo come pietra di paragone per le loro produzioni future. In questo senso (formale), la maturità è pienamente raggiunta. Nel senso di uno sviluppo più articolato di trame e riferimenti, i Dog Day sono ancora un passo indietro rispetto a Crystal Stilts, Horrors e compagnia bella.

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