Pedro Almodóvar: il governo primo responsabile della morte del cinema spagnolo

Dura critica del regista Pedro Almodóvar al governo spagnolo, reo di causare la morte metaforica del cinema iberico, a causa dell’aumento dell’iva sui biglietti.

È passato solo un anno da quando i biglietti del cinema hanno subito un aumento del 200%: allora, Almodóvar aveva predetto uno scenario da incubo per la settima arte in Spagna, con le sale cinematografiche chiuse e i produttori “sull’orlo di una crisi di nervi”.

Oggi, il regista prende posizione pubblicamente sulla faccenda: «Qualcuno deve dire al ministro (Cristobal Montoro) che in Francia l’iva sui biglietti del cinema è al 7% e il prossimo anno scenderà al 5%, in Italia è al 10% e in Germania all’11%, paragonata al 21% in Spagna».

Come se non bastasse, il consiglio dei ministri ha approvato lo scorso settembre un ulteriore piano di tagli: i fondi dell’Istituto di cinematografia spagnolo sono stati diminuiti del 12,4%, dopo il taglio del 22,6 % del 2012. Il motivo di tale accanimento? Secondo Almodóvar di natura politica: infatti, nel 2003, l’ambiente cinematografico spagnolo si era chiaramente schierato contro la guerra in Iraq, supportato dal 90% dei cittadini, a loro volta contrari alla partecipazione della Spagna al conflitto. Da allora, il governo avrebbe tentato in tutti i modi di contrastare la classe intellettuale tramite pesanti tagli al settore culturale.


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