Luca Mazzieri, i miei Wolther tra Wilde, Fiumani e Lynch

Wolther Goes Stranger, il progetto solista di Luca Mazzieri degli A Classic Education, esordisce nel 2007 con un singolo omonimo e pubblica, nella primavera del 2012 (insieme a Massimo Colucci e Linda Brusiani), l’EP A lovely boy, in musicassetta per La Barberia (e in free download qui). L’occasione per occuparci dei Wolther ce l’ha fornita una tappa del loro tour, di cui abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di godere, il 29 dicembre al Reasonanz di Jesi (AN), oltre che per la recente pubblicazione di una nuova e raffinatissima versione del loro primo estratto, SOMEtimes, con Federico Fiumani alla voce e Giulia Mazza alla regia del video (che trovate al termine dell’intervista). Abbiamo fatto due chiacchiere via mail con la mente del gruppo, Luca Mazzieri, cercando di capire quali siano i loro progetti per il futuro.

Partiamo da una domanda banale, ma la questione mi incuriosisce moltissimo: da dove è partita l’idea di darsi questo nome?

Ero dal mio amico Davide, ai Bombanella Soundscapes studio, per fissare le prime idee di quello che sarebbe stato il mio progetto. Proprio in quei giorni, aveva “adottato” un cane vagamente problematico, Walter (in seguito anche lui diventato Wolther…). Tra l’impaurito e il bisognoso di coccole, rimase con noi in studio tutto il tempo. Una volta chiusi i provini e non sapendo come chiamarli, Davide nominò i file Wolther cambiando, direi per la fretta, la lettera “a” con la “o” ed aggiungendo una “h”. In quei giorni avevo letto un articolo che raccontava di come alcuni autori inglesi da me amati, come Wilde e Whitman, venissero definiti per la loro omossessualità “stranger”, termine usato al posto di altri piu’ dispregiativi in quanto si riteneva tale omosessualità acuisse il loro talento. E così Wolther Goes Stranger. Quindi Wolther diventa gay, cioè Wolther diventa un artista. La rivincita di un cane maltrattato.

Hai detto altrove che SOMEtimes è il pezzo chiave dell’EP, una sorta di tributo a Francesca dei Diaframma e, più in generale, a Federico Fiumani, per te il vero poeta del rock italiano, il quale ha preso parte alla rivisitazione del pezzo (contenuta nel SOMEtimes EP) e al suo video…

Di Fiumani, oltre alla discografia, ho tutti i libri e divoro tutti i post che scrive su Facebook. Possiede il dono della sintesi, l’arroganza e nel contempo l’obbiettività di riconoscere la “miseria” di essere musicisti. Mi sono approcciato all’idea di scrivere in italiano con Francesca nelle cuffie ed è nata appunto SOMEtimes. Una sera, ho semplicemente scritto a Federico di come il pezzo era nato, di come fosse per me importante chiedendogli poi se avesse avuto voglia di cantarla. Si è dimostrato disponibile e gentilissimo. L’ho recuperato una domenica mattina a Bologna dopo un suo “confidenziale” e in casa da Jonathan (cantante degli A Classic Education) abbiamo inciso la voce dentro il microfono del mio portatile e nel registratore dell’iPhone in tempo utile perchè lui riuscesse a riprendere il treno per Firenze. Nel mezzo, si è chiacchierato. Per me, una mattina di poesia.

Luca, insieme ai A Classic Education hai diviso il palcoscenico con Arcade Fire, Modest Mouse, British Sea Power e Johnny Marr degli Smiths, partecipando a festival come il South by Southwest ad Austin e il CMJ a New York. Gone to the sea è andato in rotazione su Sirius XMU, raccogliendo i consensi crescenti di pubblico e critica. Ciononostante hai continuato negli anni a coltivare il tuo progetto parallelo dei Wolther…

Gli A Classic Education sono una mia famiglia, cinque persone che si sono confrontate e, ognuno portando il proprio, hanno creato una loro dimensione. Wolther sono fondamentalmente io. Qui confluisce tutto cio’ che leggo-ascolto-vedo-pratico e, perchè no, quello che nei Classic non ci potrebbe stare! Poi raggiungo Massimo e Linda e diventiamo Wolther Goes Stranger.

Passando in rassegna le ultime news sul vostro conto, mi ha colpito in particolare il fatto che di recente abbiate preso parte a svariate compilation: l’antologia Apocalypse WOW! per «Rolling Stone», in cui compare Il noi (assieme ai Welcome Back Sailors), la compilation di Area 51, con Your name, l’antologia-tributo a Candore degli Altro, con Costanza, e la playlist natalizia di Polaroid, che contiene un remix di SOMEtimes. La cosa mi sembra rispecchi in pieno lo spirito da featuring con cui approcciate il vostro lavoro, sia per gli inediti che per le cover…

A Wolther piace la convivialità e stare con gli amici. Tutto quello che sopra hai citato ci vede coinvolti in situazioni “amichevoli” e quindi abbiamo partecipato con entusiasmo. Per dirti, il pezzo con i Welcome Back Sailors è nato una domenica pomeriggio nel loro studio, tra pane, salame e vino rosso. Se un amico ci chiama noi ci siamo, e come ogni bravo ospite portiamo qualcosa.

Quali sono gli ascolti che considereresti fra i maggiormente suggestivi nel definirsi dei tuoi gusti musicali e quindi fra i più determinanti nel corso della tua carriera da solista?

In realtà, Wolther è figlio di un senso estetico e della sua ricerca piuttosto che di suggestioni prettamente musicali. Comunque, giusto per fare qualche nome: Vincent Gallo, David Lynch, Tom Waits, Francis Bacon, Chet Baker ed Italians Do It Better..

Sempre a proposito di cover, di recente hai reinterpretato Un uomo che ti ama di Battisti [potete ascoltarla su Soundcloud, n.d.r.], un pezzo dove sussurri a una femme fatale il suo stato di smarrimento e le proponi un tenero abbandono. Ecco, mi piacerebbe ci raccontassi la circostanza in cui ti è venuto in mente di occupartene, e se alla fine l’hai fatta davvero tua – la canzone…

Raccontata come lo hai fatto tu è veramente sexy…. e decisamente centrata. È una bella e fredda giornata di novembre e in macchina vado a fare un salto, solitario, al mare. All’andata, la trovo e l’ascolto. Al ritorno, urgente, voglio sia mia. E ci ho provato. Ma non è mia – la canzone, intendo… E infatti dal vivo la canta Linda…

Per restare sull’argomento, A lovely boy è un EP carico di suggestioni, sonorità e stilemi linguistici diversi che si sfiorano, trovando un perfetto punto di sintesi in un immaginario prettamente sensuale. In tutto questo l’apporto della linea vocale di Linda funge da elemento di equilibrio, anche in termini di presenza scenica, nel dar voce al versante femminile delle situazioni evocate, un femminile che è anche così enigmaticamente presente nella veste grafica della copertina, per esempio. Ecco, colgo nel segno quando mi pare di poter individuare nella tua riflessione estetica una certa ricorrenza della tematica?

Tutto ciò di cui mi preme parlare con Wolther è l’Amore e solo di quello parlo. E l’amore, per me, è testa e carne, sesso e senso. L’arrivo di Linda è stata la quadratura del cerchio o per meglio dire il lato del triangolo… Sapere di avere a disposizione la sua voce ha permesso di aprire la mia scrittura ed arrivare dove volevo. Dal vivo l’equilibrio e l’alchimia ora sono perfetti. Ma il merito di questo è di Massimo, che rappresenta la parte più fisica e immediata del’Amore, la base su cui poggiamo.

Prima ho accennato a La Barberia di Modena, uno spazio che se non sbaglio ti vede coinvolto in prima persona insieme a un tuo socio in questa impresa molto nobile e radical chic al tempo stesso. Qual è la sua mission?

Guarda, se iniziassimo a parlare qui della Barberia ti dovrei tenere almeno un giorno! Magari approfondiremo un altra volta perchè secondo me merita. Comunque siamo io ed il mio amico Giovanni Papalato nel negozio di barbiere (ancora in attività) di suo padre, Rodolfo. È un piccolo circolo clandestino e per questo un po’ snob. Facciamo piccoli eventi a cui la gente viene invitata personalmente. Non ci sono soldi per cui invitiamo chi a noi piace e sentiamo vicino e se ne ha voglia viene e suona. In più è una piccola etichetta di musicassette che sono rigorosamente fatte a mano, per il momento.

Nel sito della Molotov Booking leggo che siete attualmente in studio a registrare il vostro primo disco. Per quando ne prevedi l’uscita e cosa puoi anticiparci a riguardo?

Il disco è scritto e finito. Corto e coeso, è liberamente ma totalmente ispirato a Cuore selvaggio di Lynch. Si intitolerà, direi, Love can’t talk e mescolerà italiano, inglese, sesso, amore, cassa in quattro e polvere. Mixiamo a Febbraio con Andrea Suriani (che ha lavorato su S dei Drink to Me) e contiamo esca in primavera!

Chiudiamo il cerchio tornando a parlare di esibizioni dal vivo, la lista aggiornata dei vostri live si conclude con la data al Loop live club di Osimo (AN) prevista per il 10 marzo, dopodiché? Avete già qualche tappa in programma per i mesi subito successivi?

Nulla di definito al momento, ma contando che Il disco di Wolther uscirà appunto in primavera spero se ne possa aggiungere una bella lista! L’idea è quella di portarlo in giro il piu’ possibile: siamo pur sempre “ragazzi di strada”.

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