Quattro film per raccontare il Watergate

Lo scandalo Watergate fu uno dei casi di corruzione politica più famosi della storia. Tutto ebbe inizio a causa di alcune intercettazioni abusive effettuate ai danni del Partito democratico da parte degli avversari politici, la fazione repubblicana nella quale militava anche l’allora presidente Richard Nixon. Una notte del giugno 1972, alcuni uomini furono arrestati dopo essersi intrufolati nel quartier generale del Comitato Nazionale democratico, situato nel Watergate Complex a Washington. A loro carico furono formulate delle accuse di furto con scasso, cospirazione e intercettazione telefonica. Le proporzioni della vicenda erano destinate a ingrandirsi, soprattutto quando si scoprì il legame tra gli scassinatori (in particolare un certoJames McCord), la CIA e il CRP, il Comitato per la rielezione di Nixon. Tuttavia, l’opinione pubblica americana non mise subito in dubbio la buona fede del Presidente, anche perché nei sondaggi egli era favorito e non aveva, quindi, alcun motivo per compromettere la sua posizione. In seguito, però, si scoprì che il summenzionato McCord aveva ricevuto del denaro proprio dal CRP.

Senza addentrarci troppo nella questione – così articolata da meritare un approfondimento a sé -, ci limitiamo a dire che Nixon fu coinvolto in prima persona nello scandalo: la concatenazione di eventi che condusse alle sue dimissioni era strettamente collegata al tentativo (mediante un evidente abuso di potere) di neutralizzare l’azione sovversiva dei movimenti pacifisti e del Partito democratico, contrari al proseguimento del conflitto in Vietnam. In un primo momento, Nixon fornì delle trascrizioni dattiloscritte di alcune conversazioni avvenute nello studio ovale della Casa Bianca; in seguito, fu emesso un mandato che lo obbligava a consegnare anche i nastri mancanti, ma egli si rifiutò. Messo alle strette, rese pubblici tre nastri in cui risultava chiaro il suo intento di ostacolare le indagini dell’ FBI sullo scandalo – a dare il colpo di grazia fu, in particolare, il nastro passato alla storia col nome “smoking gun”. L’ipotesi d’impeachment (imputazione) mise Nixon di fronte alla certezza di un’incriminazione da parte della Camera dei rappresentanti e di una condanna del Senato. Per questo motivo, nell’agosto 1974, egli optò per le dimissioni.

Di “Watergate” si è sentito di frequente parlare negli anni. I diversi mezzi di comunicazione – oltre che gli atti processuali – hanno spesso affrontato e vagliato minuziosamente quest’argomento. Laddove non sono arrivati i quotidiani o le riviste specializzate, ci pensa il cinema a fornire un’ulteriore testimonianza di quest’articolato passaggio storico-politico.

Partiamo con Tutti gli uomini del Presidente (1976) di Alan Pakula, con protagonista Dustin Hoffman nei panni di Carl Bernstein, il giornalista del «Washington Post» che svolse un’inchiesta sullo scandalo Watergate. L’indagine fu condotta con il collega Bob Woodward (nel film interpretato da Robert Redford), e il soggetto della pellicola è tratto proprio dall’omonimo libro dei due giornalisti, pubblicato nel 1974. Fu lo stesso Redford – interessato ad acquisirne i diritti cinematografici – a incoraggiare Bernstein e Woodward a scrivere un saggio sul caso. La pellicola di Pakula si ricollega a un altro illustre nome coinvolto, ossia Mark Felt, il vicecapo dell’FBI, soprannominato da Bernstein e Woodward “Gola profonda”, dall’omonimo film porno uscito al cinema proprio nel giugno 1972.

Quando si tratta d’impicci politici, Oliver Stone non può proprio restare a guardare: dopo JFK, ecco che nel 1995 esce Gli intrighi del potere. Il titolo originale è Nixon e, per l’occasione, a interpretare il Presidente troviamo un ottimo Anthony Hopkins. Quello di Stone è un film che offre una panoramica sulla vita e sull’ascesa politica di Nixon, soffermandosi poi sullo scandalo e il conseguente abbandono della Casa Bianca.

Un altro lavoro molto interessante è The assassination (2004) di Niels Mueller: Sean Penn è Samuel Byck, un venditore di mobili che nel 1974 progettò di uccidere Nixon. Quella di Byck è la storia di un uomo comune, un individuo che, a differenza della moglie e del migliore amico, non è disposto a scendere a compromessi per essere felice. Egli individua in Nixon il più grande bugiardo della nazione, capace di manipolare a suo favore l’opinione pubblica nonostante lo scandalo Watergate e le menzogne sulla guerra in Vietnam (è noto che Nixon, durante la campagna elettorale, finse di avere un piano per risolvere l’azione bellica a favore degli Stati Uniti, cosa che in seguito si rivelò priva di fondamento).

Del 2008 è il lungometraggio Frost/Nixon: il duello, di Ron Howard. Il film è legato alle interviste rilasciate da Nixon nel 1977 al giornalista britannico David Frost. Dopo lo scandalo, Nixon ha finalmente la possibilità di riabilitare la sua immagine agli occhi della nazione: ci riesce fino all’ultima intervista, quando tacitamente è costretto ad ammettere le proprie responsabilità nell’affare Watergate. Il film è un adattamento dell’omonimo spettacolo teatrale di Peter Morgan: sia in questa versione, sia in quella cinematografica, Nixon e Frost sono interpretati rispettivamente da Frank Langella e Michael Sheen.

Di qualche mese è l’annuncio di un nuovo lavoro di Redford sul Watergate – previsto per il 2013 – , commissionato da Discovery Channel, dal titolo Tutti gli uomini del Presidente, Rivisitato. Si tratta di un documentario di un paio d’ore il cui obbiettivo è quello di riesaminare il caso in chiave attuale: qual è l’eredità dello scandalo? Che lezione ci ha lasciato? Il cinema, senza dubbio, contribuisce a rispondere a questi quesiti. I quattro lungometraggi consigliati in quest’articolo mantengono un sapore fortemente documentaristico sul Watergate, tracciando un quadro preciso dei fatti in grado di fornire agli spettatori delle informazioni oggettive, utili a elaborare quantomeno un’idea generale su ciò accadde quarant’anni fa. Secondo Woodward, una delle guerre di Nixon «è proprio contro la sua storia», che non dev’essere dimenticata, ma riletta, ampliata da notizie inedite e riproposta alle nuove generazioni.

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