Phyllida Lloyd – The Iron Lady

The Iron Lady è la storia di Margaret Thatcher raccontata da Margaret Thatcher, ormai anziana e affetta da demenza senile, attaccata al ricordo del marito Denis, morto da tempo, che la donna continua a vedere nelle stanze di Chester Square.

Tutto inizia con una giovane signorina Roberts, figlia di un droghiere, che passa il tempo ad aiutare il padre in negozio e successivamente viene ammessa a Oxford, dove diventa la presidente di un’associazione studentesca conservatrice. «Essere una donna è un compito terribilmente difficile, visto che consiste principalmente nell’avere a che fare con gli uomini» diceva Joseph Conrad: niente di più vero per la Thatcher, che porta avanti il suo impegno politico fra lo scetticismo e le ironie maschili. Tra il 1950 e il 1951 si candida per il Partito Conservatore alle elezioni a Dartford nel Kent: ne esce sconfitta, ma con onore, conquistando numerosi consensi e, in questa occasione, conosce il futuro marito Denis Thatcher, da cui avrà due figli, i gemelli Carol e Mark. Nel ’75 la donna diventa il leader del Partito Conservatore e nel ’79 succede al laburista James Callaghan nel ruolo di Primo ministro del Regno Unito.

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Se da una parte il carattere fiero e indipendente permise alla Thatcher di conquistare il potere, dall’altra l’atteggiamento duro e poco incline al confronto – nel film, in particolare, sulla vicenda delle Falkland – determinò il suo declino politico: alla fine degli anni Ottanta promosse la “poll tax”, che causò uno sciopero fiscale a cui aderirono quasi venti milioni di persone. La Thatcher fu costretta alle dimissioni: le succederà John Major.

«Cura le tue parole che diventeranno le tue azioni. Cura le tue azioni che diventeranno le tue abitudini. Cura le tue abitudini che diventeranno il tuo carattere. Cura il tuo carattere che diventerà il tuo destino»: The Iron Lady mette in risalto la solitudine di una donna costretta a scelte drastiche per sopravvivere e imporsi in una società maschilista. La pellicola è un ritratto, seppur parziale, della Thatcher: la vita pubblica viene raccontata da un punto di vista personale, che alleggerisce i tratti della “iron lady”, rendendola più umana, più vulnerabile, fino al momento in cui ormai vecchia, stanca e malata, decide di chiudere col passato e vivere il presente che, nonostante tutto, può ancora regalare momenti felici.

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