Alfred Hitchcock – Rebecca, la prima moglie

Immaginate di essere una donna giovane, bella e gentile che, un giorno, incontra un uomo vedovo, ricco e affascinante, durante una vacanza a Montecarlo. Ve ne innamorate, perdutamente, nonostante tutti continuino a sottolineare l’enorme differenza sociale che vi divide. Sapete di non essere abbastanza raffinate e brillanti per quell’uomo, ma non vi importa di quello che il mondo dice di voi. Però vi importa di quello che la gente pensa dell’ex moglie del vostro nuovo compagno, morta in un tragico incidente. Sì, perché Rebecca era bella, anzi bellissima. Ed era colta, elegante.

Rebecca. La prima moglie è tratto dall’omonimo romanzo di Daphne Du Maurier: un giallo gotico, misterioso, carico d’angoscia, tutti elementi che prevalgono sul romanticismo, sulla storia tra la protagonista e il signor de Winter. Inoltre, è chiaro sin dalle prime immagini che dietro alla morte di Rebecca c’è molto di più di una tragica fatalità. A vestire i panni della seconda signora de Winter è una giovane Joan Fontaine, nome d’arte di Joan de Beauvoir de Havilland. Massimo de Winter è interpretato dal grande Laurence Olivier, perfetto nel ruolo del vedovo maliconico, tormentato da un grande segreto. Da menzionare anche Judith Anderson, la fredda governante di Manderley, tanto affezionata a Rebecca quanto ostile verso la nuova padrona.

François Truffaut, nella celebre intervista a Hitchcock, affermò che Rebecca ricordava molto una fiaba, in particolare quella di Cenerentola: il percorso affrontato dalla seconda moglie – di cui non conosciamo il nome -, le permette di trasformarsi da timida ventenne a donna forte e decisa. Le fasi della sua evoluzione sono scandite dal continuo confronto con Rebecca, modello quasi irraggiungible, ma che provoca, comunque, continui tentativi di emulazione. L’episodio del ballo in maschera segna il culmine del processo di emancipazione della ragazza dal fantasma di Rebecca che, però, non si concretizza immediatamente: la giovane deve prima superare un momento di annientamento e sconfitta, che la porterà molto vicina al suicidio. La confessione del marito produrrà la metamorfosi finale.

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