Fëdor Dostoevskij e La febbre del gioco

Dal 5 maggio del 2021 è in libreria La febbre del gioco, di Fëdor Dostoevskij. Il volume, a cura di Fausto Malcovati, è uscito per Marcos y Marcos.

Una giostra micidiale fatta di vincite, perdite, implorazioni, suppliche. Prestiti mai restituiti, creditori alle calcagna. Un quasi-inferno in cui la febbre del gioco si unisce all’apice della creatività. Il racconto degli anni difficili di Fëdor Dostoevskij.

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La febbre del gioco – Fëdor Dostoevskij

Fëdor DostoevskijÈ molto semplice e stupido, scrive Dostoevskij, il segreto che permette di vincere al gioco: basta controllarsi continuamente. Ma una volta saputo il segreto, sarai in grado di applicarlo?

Per quasi dieci anni, dal 1862 al 1871, Dostoevskij non ci riesce. Febbrile e irrazionale come ogni vero giocatore, le sue mani sono “incatenate al gioco”. Vince alla roulette, si ripromette di andarsene, di pagare i debiti; poi torna al tavolo da gioco, e non si stacca finché non perde
tutto, “tutto!”

Si umilia, si dispera, chiede a moglie e amici i soldi per il biglietto di ritorno, e va a giocarsi anche quelli. Sono gli anni in cui scrive Memorie del sottosuolo, Delitto e castigo, Il giocatore, I demòni: leggendo queste lettere turbinose pare che scriva soltanto sotto la pressione dei debiti di gioco, per continuare a
giocare.

Deve toccare il fondo, per ritrovare la concentrazione e concedersi di scrivere, pensa Anja, la seconda moglie. Il gioco per lui era un modo di punirsi? si chiede Freud in un passaggio chiave di Dostoevskij e il parricidio. L’avventura di un uomo e una piaga sociale allucinante: queste pagine raccolte da Fausto Malcovati lasciano senza fiato.

Nel corso della sua vita tormentata, tra condanna a morte, esilio in Siberia, problemi di salute e pubblicazione di alcuni tra i massimi capolavori di tutti i
tempi, Fëdor Dostoevskij (Mosca 1821 – San Pietroburgo 1881), viaggiando per l’Europa, scopre il gioco d’azzardo, e per quasi dieci anni non riesce più a
staccarsene. Fausto Malcovati, profondo conoscitore della letteratura russa, raccoglie qui alcuni testi che evocano potentemente, e da più angolazioni, quell’esperienza: lettere in cui Dostoevskij racconta buoni propositi e rovesci, l’attrazione fatale della roulette, chiede soldi e promette di smettere; passi del diario e delle memorie della seconda moglie, Anja Grigor’evna Dostoevskaja; pagine dal romanzo Il giocatore e infine l’interpretazione memorabile di Sigmund Freud.

Fausto Malcovati

Fausto Malcovati si è occupato soprattutto di teatro, conducendo tra l’altro preziose ricerche personali sui maestri della regia russa dell’inizio del Ventesimo
secolo. Ha curato l’edizione italiana di numerose opere di Fëdor Dostoevskij, Gogol’, Turgenev, Čechov e dei simbolisti russi. Ha insegnato letteratura russa nelle università di Pavia, Bari, Milano e Arezzo.

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