Tempi

Tempi: ritornano le poesie di Edith Bruck

Dal 17 giugno è in libreria Tempi, una raccolta di poesia di Edith Bruck. Il libro esce per La Nave di Teseo nella collana i Venti, con la prefazione di Michela Meschini.

Sulla scia del successo de Il pane perduto, vincitore del Premio Strega Giovani e finalista al Premio Strega, con Tempi Edith Bruck ci mostra adesso un altro aspetto della sua vena letteraria, quello poetico, che da molti anni affascina i lettori italiani.

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Edith Bruck – Tempi

TempiLe poesie inedite raccolte in questo volume attraversano in qualche modo gli stessi temi toccati dall’autrice nel suo ultimo libro, Il pane perduto. Alcune riguardano l’esperienza nei campi di concentramento e i ricordi della vita famigliare prima del nazismo, altre conducono a una riflessione più astratta sui doveri dell’uomo e le aberrazioni di cui è capace, sulla ricorsività dei mostri storici, sui pericoli attuali. Altre invece sono più personali, che sfiorano la sfera intima degli affetti, l’amore smisurato per il marito Nelo Risi.

Mi dicevi di pregare
prima di dormire
e io mormoravo
qualche poesia
imparata a scuola.
Adesso penso a te
tutte le sere
prima di dormire
e so che tu sei stata e sei
la mia salvezza.

Sono diversi i tempi chiamati a raccolta da Edith Bruck in questo libro, che si lascia leggere d’un fiato e che, con altrettanta immediatezza, si imprime indelebile nella memoria dei suoi lettori. C’è il tempo dell’infanzia e il tempo della vecchiaia, che si richiamano a vicenda; il tempo dei riti familiari e il tempo della solitudine; il tempo della memoria e il tempo del dialogo, specie con i morti; il tempo delle domande – a Dio, alla storia, a se stessa – e il tempo sospeso della scrittura, solcato da dubbi e incertezze, eppure capace di legare insieme, come un filo invisibile, le tessere di un’unica, ininterrotta meditazione sull’esistenza e sul destino che abbraccia l’intera vita letteraria dell’autrice. Chi ha familiarità con l’opera in prosa e in versi di Edith Bruck non stenterà a riconoscerne, in queste pagine, la straordinaria continuità di ispirazione e l’inimitabile coerenza di tono e di contenuto: tratti distintivi di una scrittura che non aderisce a un disegno premeditato, non risponde a calcoli letterari, ma nasce dall’urgenza dei sentimenti e dalla necessità di testimoniare.
In Tempi, la poesia, precipitato di memoria e di esperienza, si fa testimonianza del presente, un presente minacciato dal virus dell’indifferenza e dell’odio, contro il quale, in assenza di vaccini efficaci, è forse possibile adottare la cura che Edith Bruck, poetessa d’istinto e di pensiero, ci offre in modo persuasivo e naturale in queste pagine.
Dalla prefazione di Michela Meschini

L’autrice

Edith Bruck, di origine ungherese, è nata nel 1931 in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta alla deportazione, dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua. Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei lager.

Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film. È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Lettera alla madre (1988), Nuda proprietà (1993), Quanta stella c’è nel cielo (2009, trasposto nel film di Roberto Faenza Anita B.), e ancora Privato (2010), La donna dal cappotto verde (2012). Presso La nave di Teseo sono usciti La rondine sul termosifone (2017), Ti lascio dormire (2019) e Il pane perduto (2020, vincitore del Premio Strega Giovani e finalista al LXXV Premio Strega).

Nelle sue opere ha reso testimonianza dell’evento nero del XX secolo. Nella sua lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in svariate lingue. È traduttrice tra gli altri di Attila József e Miklós Radnóti. Ha sceneggiato e diretto tre film e svolto attività teatrale, televisiva e giornalistica.

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