Il Saggiatore ha di recente pubblicato una raccolta di racconti molto interessante di Helen McLory. Fotogrammi di un film horror perduto, con la traduzione di Stefania Perosin, è un insieme di i racconti scuri, rapidissimi e taglienti.
Helen McLory – Fotogrammi di un film horror perduto
Una ragazza morta si materializza in casa di sconosciuti, prepara un caffè e si accende una sigaretta come se nulla fosse. Una donna serve a un picnic la propria mano spacciandola per prosciutto. Una madre prepara una torta con i resti spappolati di sacrifici umani. Un vampiro sviene perché non sopporta la vista del sangue.
I racconti di Fotogrammi di un film horror perduto stendono sulle esili gioie della nostra quotidianità una patina sinistra e asfissiante; con una lingua vivida e tentacolare, satura di ambiguità e metafore allucinate, trasformano l’immaginario laccato della cultura pop in un brutto viaggio lisergico.
Lo scenario si fa inquietante e fantastico – acqua grigia e gelida, foreste buie e cieli di cenere –, una tela lugubre che Helen McClory screzia di glitter rosa, di verde acceso, del rosso scuro del sangue, del rossetto e del velluto: con tocchi da cineasta compone fotogrammi che luccicano come i nostri migliori sogni e che allo stesso tempo ci perseguitano come i nostri peggiori incubi.
Del romanzo hanno detto
Margaret Atwood ha parlato del libro dicendo: «Racconti brillanti e oscuri, come tante piccole caramelle alla liquirizia: non ho mai letto nulla di simile.»
MentreAli Smith ha dichiarato: «I racconti audaci di Helen McClory trasmettono la stranezza della realtà in un modo che è confortante proprio perché ci inquieta così tanto. È una scrittrice che non ha paura di nulla.»
Helen McClory è cresciuta sull’isola di Skye, vive a Edimburgo e insegna Scrittura creativa all’Università di Glasgow. Con Fotogrammi di un film horror perduto ha vinto il Saltire Prize per il miglior esordio letterario del 2015.