Dove credi di andare

Dove credi di andare: racconti di Francesco Pecoraro

Tornano in edizione elettronica i racconti di Dove credi di andare, primo libro di Francesco Pecoraro. Una raccolta eccellente, che ha iniziato la carriera di uno dei migliori scrittori italiani di oggi.

Dove credi di andare ha vinto il premio Napoli e il premio Berto ed è stato finalista al premio Chiara. Ebook disponibile su tutte le piattaforme da mercoledì 13 maggio 2020. Edito da Ponte alle Grazie.

Dove credi di andare – Francesco Pecoraro

I protagonisti di Dove credi di andare, di questi racconti, sono tutti uomini e hanno più o meno tutti cinquant’anni. Non sono più giovani, ma nemmeno vecchi, e vivono qualcosa che si potrebbe chiamare una transizione: sono tutti davanti a una svolta dell’esistenza, che significa quasi sempre, quasi inevitabilmente, tracollo. Si tratta di manager, intellettuali, funzionari, artisti, avvocati, ingegneri che hanno vissuto la loro vita nel mondo delle professioni, in ritardo (come tutti?) sui loro sogni e sulle loro ambizioni, e ora qualcosa o qualcuno viene a chiedere il conto. Un incontro con un malvivente, una riunione di lavoro in cui si capisce di essere finiti e fuori dai giochi, una festa data per una giovane amante che si trasforma in tregenda…

Non c’è nessun atto di accusa a un generico sistema, inteso come generatore di fallimenti e frustrazioni, ma solo una nitida e ossessiva descrizione di un deragliamento in corso. Come se a furia di urlare silenziosamente per essere considerati diversi da quello che sono, questi uomini rimanessero senza voce.

Forse mai come per questi aspri racconti è opportuno parlare di potenza: perché, nonostante la lontananza delle vicende narrate dalla nostra biografia, quello che si sprigiona a lettura ultimata è il sentimento di aver toccato con mano il nucleo più profondo dell’esistere.

L’autore

Dove credi di andareFrancesco Pecoraro, romano, ha pubblicato per Ponte alle Grazie La vita in tempo di pace (2013; premio Viareggio, finalista al premio Strega, tradotto in cinque lingue) e Lo stradone (2019; finalista al premio Campiello). Ricordiamo gli altri suoi libri: le prose di Questa e altre preistorie (Le Lettere, 2008), le poesie di Primordio vertebrale (Ponte Sisto, 2012). I racconti di Dove credi di andare (premio Napoli, premio Berto, in finale al premio Chiara) sono stati pubblicati in prima edizione da Mondadori nel 2007.

Ecco due brani del libro:

Era finito a vivere sulla spiaggia, quasi sulla battigia, perché forze più potenti della sua capacità di tenere botta avevano avuto la meglio su di lui. Carla gli aveva detto: «Ma dove vai? Ingegnere, ci hai pensato bene? Guarda che, se te ne vai, io non mi metto ad aspettarti per l’eternità: insomma a questo punto si salvi chi può, non trovi?» Se lei non diceva sul serio, era perché in quel momento non riusciva a prenderlo sul serio. Era il mondo, ne era convinto – Carla ne faceva parte, ma ancora non lo sapeva –, che l’aveva gettato lì, come il mare fa con i pezzi di legno e le bottiglie di plastica.

I cellulari che squillano. Tutte le possibili combinazioni sonore. John Lennon e Giuseppe Verdi e i Procol Harum e i Pooh e persino Giorgio Gaslini, Profondo rosso. Questione di generazione. Chissà come fanno a inserirli come suoneria. Io non riesco nemmeno ad alzare il volume della mia. Sprazzi di immaginario personale, anche loro hanno emozioni, evidentemente. O almeno le hanno avute un tempo. A Whiter Shade of Pale, la suoneria di questo Stortini: egli ha un animo delicato e nostalgico, ripensa alla sua giovinezza, alle palpate che si è fatto ballando i lenti alle feste… Quanti anni avrà? Ha passato i cinquanta, certamente. Lui con quella suoneria dei Procol Harum è come se dicesse: ‘Non lasciatevi ingannare dal mio aspetto, dalla mia età e dalla mia faccia da stronzo, dall’aria dimessa da yes-man, perché il fuoco invisibile della mia anima brucia ancora come allora, come ai bei tempi dei Procol… solo più nascosto, invisibile’.

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