Ecco tre nuove uscite targate Feltrinelli

Feltrinelli presenta tre nuove uscite in libreria. Ci sono Enrico Ianniello, Tiziano Sclavi e Luigi Viva con un testo su Fabrizio De André.

La Compagnia delle Illusioni
di Enrico Ianniello

Per lavorare nella Compagnia delle Illusioni un nome in codice è indispensabile, e quello di Antonio Morra è il più bello di tutti: ’O Mollusco.
Dopo una carriera d’attore con un solo ruolo importante – il portiere impiccione della serie tv Tutti a casa Baselice –, a quasi cinquant’anni Antonio Morra vive con la madre e la sorella Maria a Napoli, dove si arrangia dirigendo uno sfizioso gruppetto teatrale amatoriale. Il ragazzo di un tempo, pieno di sogni e forza di volontà, si è trasformato a causa di un terribile evento in un uomo senza capo né coda: perfetto dunque per la misteriosa Zia Maggie, che lo ha attirato nella potente rete segreta della Compagnia delle Illusioni. Così Antonio è diventato ’O Mollusco: l’interprete di mille ruoli diversi che gli permettono di influire sulle vite altrui fino a mutare la realtà, perché “le persone non vedono ciò che è vero, ma rendono vero quello che desiderano vedere”. E solo quando l’illusione avrà sovvertito anche la sua vita, Antonio potrà ritrovarsi. In fondo, come recita una delle regole della Compagnia, “la conseguenza estrema della finzione è la verità”.
Dopo lo straordinario esordio con La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin (Premio Campiello Opera Prima 2015), Enrico Ianniello – una delle voci più sorprendenti del panorama letterario italiano – ci rende spettatori attivi di una commedia agrodolce, ricca di svolte inaspettate.

“’La realtà è un lenzuolo bianco. Il film che vuoi vedere ce lo proietti tu.”

 

Le voci dell’acqua
di Werther Dell’Edera, Tiziano Sclavi

Sotto una pioggia insistente, che sembra destinata a non placarsi mai, Stavros si muove per le strade di una città oscura e tenebrosa, tormentato da misteriose voci, forse segno della sua pazzia. O forse di una pazzia più vasta, collettiva, che contagia chiunque lo circondi, fino a trasmettersi all’intero universo. Una graphic novel drammatica e carica di umorismo nero, spettacolare e inquietante, scritta con potenza visionaria e impeto narrativo straordinari da un maestro assoluto del fumetto. E affidata a uno dei disegnatori italiani più importanti nel panorama dell’ultimo decennio.
La prima graphic novel firmata da Tiziano Sclavi, il creatore di Dylan Dog.

“Sento delle voci.”
“Si chiama schizofrenia.”
“No… le sento solo quando scorre l’acqua.”
“Si chiama sempre schizofrenia.”

 

 

Falegname di parole
di Luigi Viva

“A me scrivere in rima viene molto facile. E le facevo quasi da un momento all’altro. La ballata dell’eroe l’ho fatta in cinque minuti, Bocca di rosa in due giorni. Per Marinella, che era già un po’ limata, ci ho messo qualche giorno di più. Ero anche abbastanza furbo da fare rime non abusate. Per La guerra di Piero, per esempio, mi era venuto di getto il verso ‘Dormi sepolto in un campo di grano’. Poi ho cercato sul rimario della lingua italiana cosa faceva rima con grano e ho scelto tulipano, che è una parola già di per sé evocativa di un certo paesaggio.”
Quella di Fabrizio De André è una vita geniale, da ripercorrere attraverso la sua musica. Luigi Viva ci guida in un viaggio per conoscere in profondità l’equilibrio struggente fra il senso dell’ironia e il senso del dramma, il coraggio e la misura, le esperienze di vita del “falegname di parole” e le sue letture, i personaggi di un sottoproletariato che sfugge alla politica, e per questo vicini all’ideale di un’anarchia bonaria. E poi l’amore per i semplici, gli sconfitti e l’attenzione per “gli ignorati e perseguitati dal potere”.
Questo libro è stato scritto tra il 1992 e il 1999, contemporaneamente a Non per un dio ma nemmeno per gioco, e il lavoro fu condiviso con Fabrizio De André, che ebbe l’opportunità di vederlo e commentarlo con l’autore. Con questo secondo volume, ricco di ricordi e testimonianze, si completa così l’idea originaria di realizzare uno studio approfondito sulla vita del grande cantautore, sulla sua opera e il suo stile. Ed è come sentire la voce di De André: attraverso i suoi appunti, la sua calligrafia, le fotografie più intime, gli spartiti originali, i testi autografi con le sue correzioni e i suoi ripensamenti.

“Cantautore? Lo sono, sì. Ma è un termine vago, che non definisce nulla. Se proprio fa comodo un’etichetta, preferirei si dicesse trovatore.” Fabrizio De André

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