João Ricardo Pedro – Il tuo volto sarà l’ultimo

Ogni etichetta per Il tuo volto sarà l’ultimo, romanzo di successo dell’esordiente portoghese João Ricardo Pedro, classe 1973, ne coglie un solo aspetto.

Si tratta in minima parte di una saga famigliare: la storia della famiglia Mendes, inizia in un villaggio sperduto del Portogallo, quando in casa del medico Augusto Mendes, il giorno del 25 aprile 1974, la radio dà notizia della Rivoluzione dei garofani e della fine della dittatura militare di Salazar; continua con le vicende del di lui figlio Antonio, che deve affrontare le conseguenze traumatiche delle guerra coloniali e del nipote Duarte, pianista dallo straordinario talento. Siamo tuttavia lontani dal ritratto compiuto di una famiglia borghese alla Buddembrook: a predominare è infatti il tempo soggettivo della memoria e del flusso di coscienza. Il risultato è una rievocazione di momenti e figure significative, che nel loro insieme costituiscono il romanzo di formazione di Duarte, l’ultimo maschio della famiglia. A ben guardare una provocazione implicita a dare un assetto definitivo a ciò che per sua stessa natura ne è privo: da questo punto di vista in Il tuo volto sarà l’ultimo, come in certi racconti di Alice Munro o nei romanzi di Modiano, la scrittura è condannata a smentire la sua vocazione, cristallizzando ciò che non può essere cristallizzato, il tempo nella sua fluidità e la verità nella sua intangibilità. Non a caso il romanzo si apre e si chiude con l’enigma irrisolto di un omicidio: Celestino, il misterioso personaggio senza un occhio a cui il dottor Augusto dopo averlo accolto inserisce un occhio di vetro, viene trovato cadavere. Alla letteratura e all’arte resta dunque un unico campo d’azione che possa testimoniarne l’autenticità: l’esplorazione dell’irrisolto, la cronaca della mutilazione e della privazione.

Il motivo riecheggia più volte nel romanzo: in primo luogo vi è il contraddittorio rapporto fra Duarte e il suo talento di pianista e la presenza nei momenti salienti di una tela dipinta da una pittrice che si è mutilata alle gambe per empatia con un quadro di Bruegel. La rinuncia a parte di ciò che si è o si potrebbe essere, è la condizione essenziale per poter dare voce alla sofferenza individuale e per rendere giustizia alle tribolazioni di un popolo, provato da anni di dittatura militare e dalla disillusione della democrazia? È forse una risposta il pianto di felicità della madre malata di cancro di Duarte quando le viene detto che il figlio ha abbandonato il piano per essere Duarte Mendes, figlio di Antonio Mendes e nipote di Augusto Mendes.

ISBN
9788865943748
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