Lars von Trier parla dell'alcolismo e dell'abuso di droghe

Era dal 2001 che Lars von Trier non concedeva interviste, dopo la sua dichiarazione al Festival di Cannes in cui dichiarava la sua empatia per Hitler. Abituato a stupire e scandalizzare, von Trier non si è tirato indietro nemmeno questa volta, nella recente intervista concessa al danese Politiken, in cui il regista confessa le sue preoccupazioni circa il suo futuro professionale e il suo passato abuso di alcol e droghe.

Ora von Trier afferma di avere smesso di assumere sostanze e di bere, anche se ancora frequenta ogni giorno gli incontri degli alcolisti anonimi. Tuttavia, il cineasta ha anche affermato di non essere poi così di sicuro di riuscire a girare ancora pellicole: «Non so se sarò in grado di fare altri film. Non esiste espressione artistica di qualche valore che sia mai stata realizzata da ex alcolisti o ex tossicodipendenti. A chi mai interesserebbe qualcosa fatto dai Rolling Stones sobri o da Jimi Hendrix senza eroina?».

Von Trier, infatti, pur dichiarandosi soddisfatto da un punto di vista fisico, per essere riuscito a disintossicarsi, ha anche ammesso che la maggior parte dei suoi successi sono stati scritti sotto l’effetto di alcol (una bottiglia di vodka al giorno) e droghe. Il regista ha detto di avere scritto Dogville in una decina di giorni sono l’effetto di droghe e, al contrario, di aver ultimato Nymphomaniac da sobrio in ben 18 mesi. A noi sembra che quest’ultimo sia riuscito piuttosto bene, indipendentemente dalle opinioni di von Trier circa la sua presunta incapacità da sobrio e lucido.

Qui la nostra recensione al vol. II di Nyphomaniac, la sua ultima fatica (nel pezzo trovate il link anche alla recensione del vol. I).

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