Hemingwrite, la macchina da scrivere digitale

Personalmente ho provato un certo dispiacere quando Jessica Fletcher ha sostituito la sua vecchia macchina da scrivere con un modernissimo computer (modernissimo ai tempi). Se solo ci fosse stata Hemingwrite forse la Signora in giallo avrebbe avuto una sostituta non troppo lontana dal suo strumento di scrittura originale.

Stiamo parlando di una macchina da scrivere digitale, il cui nome richiama quello del famoso Hemingway: Hemingwrite utilizza l’e-ink, ossia l’inchiostro elettronico, la sua batteria dura sei settimane e può memorizzare circa un milione di pagine. È connessa via Wi-fi, ma attenzione: niente browser, notifiche dai social o mail! Infatti, Hemingwrite è stata pensata proprio per tutti gli scrittori con la nostalgia della macchina da scrivere e che si distraggono troppo spesso dalla loro attività di scrittura (insomma, la tentazione di tenere aperta la pagina Facebook e controllarla ogni tanto è forte).

Hemingwrite è dotata di una sorta di maniglia, cosa che permette di trasportarla ovunque con facilità. Quindi è adatta a ogni tipo di scrittore, a quello che preferisce immergersi nella quiete, oppure nel caos dei tavolini di qualche bar. Insomma, Hemingwrite è praticamente perfetta! Nessun difetto? Certo, è ancora un prototipo, nato da un’idea del designer Adam Leeb e di Patrick Paul, lo sviluppatore del software. La ditta che produce Hemingwrite parteciperà all’Insert Coin 2014, una competizione che premia le invenzioni più meritevoli e ne aiuta la realizzazione. Speriamo con esiti positivi, in modo che il prodotto possa avere un futuro nel mondo della letteratura.

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