Giancarlo Giannini è un nome che non ha bisogno di tante presentazioni: attore, doppiatore, regista, sceneggiatore, ha lavorato con i più grandi maestri del cinema italiano, da Dino Risi a Ettore Scola e Mario Monicelli. Non mancano anche le collaborazioni straniere, con Ridley Scott e Francis Ford Coppola, ma i suoi ruoli più significativi, che gli hanno regalato successo e fama a livello internazionale, sono legati alle pellicole di Lina Wertmüller, tra cui spicca Pasqualino Settebellezze, per cui Giannini è stato candidato all’Oscar come migliore attore nel ’77.
Da sinistra, Mariangela Melato, Giancarlo Giannini e Lina Wertmüller
Parliamo di lui perché sarà disponibile in libreria, dal 18 settembre, Sono ancora un bambino (ma nessuno può sgridarmi), una sorta di viaggio sentimentale nella memoria edito da Longanesi, nel tentativo di raccontare un percorso creativo che ha avuto la fortuna di incrociare le strade dei più grandi artisti del secolo scorso. Da Mastroianni, a Gassman, Ugo Tognazzi, Volonté. Da Mariangela Melato alla Wertmüller, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Billy Wilder: Giannini racconta la sua storia, fatta anche dall’attività di doppiatore, in cui presta la sua voce a colossi come Jack Nicholson o Al Pacino. Una vita fatta anche di piccole cose, dalla passione per la cucina, ereditata dalla nonna, a quella per l’insegnamento. Grazie a questo libro, Giannini non solo regala memorabili aneddoti legati al suo lavoro, ma offre ai lettori anche delle riflessioni importanti sulla vita e sulla morte, sulla fama e il suo lato negativo, sul suo modo di affrontare il lavoro, sulla solitudine e sulla necessità di avere uno spazio tutto per sé.