Dopo cinquant'anni Roman Polanski torna a girare in Polonia

Correva l’anno 1962 quando Roman Polanski girò nella “sua” Polonia Il coltello nell’acqua. Nel ’63 lasciò il Paese comunista per emigrare prima in Francia e poi in Gran Bretagna.

In Polonia il regista ha ora scelto di farvi ritorno, con An officer and a spy, tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris e incentrato sul famoso affaire Dreyfus. Ambientato nella Francia del 1894, il film racconterà dello scandalo che scoppiò in seguito al presunto tradimento di Alfred Dreyfus, un ufficiale di artiglieria ebreo alsaziano, accusato di spionaggio a favore dell’Impero Tedesco. In seguito al processo, Dreyfus fu degradato e condannato ai lavori forzati. Egli si dichiarò comunque innocente e, anni dopo, il caso fu riaperto dal colonnello Georges Picquart, il quale presentò una relazione che testimoniava l’innocenza di Dreyfus e accusava un nobile, al tempo oberato dai debiti. Anche se Picquart fu rimosso dal suo incarico e spedito in zona di guerra, l’eco del caso ebbe un forte impatto a livello mediatico (famoso fu il J’accuse di Zola, rivolto al Presidente della Repubblica in sostegno di Dreyfus).

La vicenda fu poi ancora lunga e complessa e solo nel 1906 Dreyfus venne riabilitato. Il progetto di Polanski costerà 40 milioni di dollari e costituirà un considerevole tornaconto economico per la Polonia, dove il film verrà interamente realizzato. La condizione posta dal regista per girare nel Paese è una soltanto: si metterà dietro la macchina da presa a patto di non venire estradato negli Stati Uniti, dove ancora pende una condanna a suo carico per violenza sessuale, in seguito a dei rapporti con una minorenne.

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