Sandra Petrignani – Marguerite

La storia di Marguerite è indissolubilmente intrecciata a quella di La scrittrice abita qui, come ha ammesso la stessa autrice dei due libri, Sandra Petrignani. Quando scrisse il secondo, alla fine del 2002, la figura di Marguerite Duras non venne inserita, in quanto mancava di una casa-museo su cui imbastire un racconto di viaggio, possibile, al contrario, per altre importanti autrici del Novecento. Ma la Petrignani non ha rinunciato all’idea di parlare dell’amata Duras, e, alla fine, lo ha fatto, in Marguerite, appunto, di recente pubblicato da Neri Pozza.

Un’esistenza in forma di romanzo, un intreccio tra realtà e finzione, che ripercorre alcuni momenti salienti della vita della Duras, offrendone un ritratto complesso e affascinante, di una scrittrice libera, o forse prigioniera solo di se stessa. È importante dire che questo libro è soprattutto un romanzo, pur mantenendo delle analogie con la vita vera della Duras, perché il lavoro della Petrignani non vuole essere una biografia, quanto piuttosto il tentativo di ricreare lo spirito della protagonista, le sue inquietudini e paure, il rapporto di odio-amore con la madre, il dolore per la perdita del fratello prediletto, Paul, il tutto ripercorrendo alcuni momenti salienti della sua vita, partendo dall’infanzia in Indocina e passando per la produzione in letteratura e al cinema (la Duras è stata autrice anche della sceneggiatura del bellissimo Hiroshima mon amour di Alain Resnais).

Proprio perché mantiene uno stile squisitamente romanzesco, il libro della Petrignani riesce in modo efficace e scorrevole a penetrare nell’animo della Duras, ricco di sfaccettature: una semplice biografia, infatti, non sarebbe stata sufficiente a restituire nero su bianco tutti i volti di Marguerite (che quest’anno, ad aprile, avrebbe festeggiato cent’anni), la sua passione per gli uomini e la vita, ma anche per la solitudine, senza la quale «non si fa niente, senza la quale non si guarda più niente», ma pure dalla quale si cerca di guarire con l’alcol, con relazioni tormentate e distruttive.

Quello della Petrignani è un omaggio alla persona, all’artista e alla sua “cantilena”, con cui si identifica il personalissimo modo di scrivere della Duras, abile nell’inventare uno stile tutto suo, che la rende immediatamente riconoscibile al lettore. Anche la sua maniera di fare cinema altro non è che un modo per fare letteratura, per trasformarla in immagini. Marguerite ci parla di Nené, poi di Margot, infine, nella vecchiaia, solo e semplicemente di Duras. È la storia di una vita che si è intrecciata al colonialismo, alla Resistenza, al Partito comunista francese, agli anni del femminismo e del ’68, all’École du regard e alla Nouvelle Vague. Ma è anche una storia di sconfitte, di dolori, di ferite dell’infanzia mai rimarginate, del male di vivere che nessuna passione è stata capace di guarire. Fino alla consapevolezza che «nessun amore vale l’amore» e che «scrivere non insegna altro che a scrivere».

ISBN
9788854507395
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