Philip K. Dick – Le tre stimmate di Palmer Eldritch

Le tre stimmate di Palmer Eldritch è uno dei romanzi fondamentali di Philip Dick, un vero e proprio concentrato di temi cari all’autore americano. I punti di vista sono principalmente ascrivibili alle due figure chiave di Leo Bulero e Barney Mayerson e la narrazione si snoda attorno al commercio di una nuova droga psichedelica dalla portata enorme, il Chew Z. Palmer Eldritch, un magnate pronto a conquistare l’intero sistema solare (e non solo) con questa nuova sostanza, si rivela fin troppo ambizioso e rischia di mettere a repentaglio il dominio della precedente droga, ovvero il Can D del magnate Leo Bulero.

Philip K. Dick a partire da questo semplice input “economico” trae un percorso metafisico che ha dell’incredibile. Le allucinazioni provocate da questa nuova sostanza non si rivelano semplici alterazioni percettive: l’intera rappresentazione del mondo ne è compromessa, e persino chi non ne assume ne è influenzato. Palmer Eldritch finisce per diventare una caricatura divina, un simbolo biblico pronto a sfidare economicamente la divinità insieme alle sue tre caratteristiche stimmate fantascientifiche. Barney Mayerson, grazie alla sua abilità di prevedere il futuro, s’incastra in mezzo a questa lotta per il monopolio della droga galattica che lo porterà su Marte. Egli cercherà l’appello salvifico proprio nella semplicità di una donna cristiana dalle forti credenze gnostiche, Anne Hawthorne.

(Philip K. Dick)

Eldritch, tramite il Chew Z, altera totalmente la realtà percepita, ma perde la propria umanità: con la propria ambivalenza etica, diventa carnefice e vittima della sua creazione, s’immola per essa, trasformandosi un Gesù alieno, o meglio, un Gesù meccanico pronto a riprodursi come allucinazione, cioè una sfida tutta umana alla divinità. Leo Bulero, il magnate evoluto con la Terapia E, rischia di perdere il suo monopolio ed è pronto a lottare fino all’ultimo per poterlo salvare: tutto si ridurrà per lui all’uccidere Palmer Eldritch incastrandolo come malfattore.

Philip K. Dick, prendendo sempre il pianeta Marte come luogo topico, non dà risposte definitive, lascia tutte le soluzioni possibili, perché il romanzo conduce ad un futuro “ulteriore” di cui non parla. Lo scrittore americano disegna con incredibile abilità una lotta prettamente contemporanea, che passa per la Terra, Marte, psichiatri in valigia, Neocristiani, allucinazioni, braccia meccaniche, crani chetinosi ed altre assurdità che solo la sua fantasiosa mente poteva produrre. Dalla fantascienza alla metafisica: sogno e realtà, illusione e miseria, salvezza e dannazione concentrati in un solo libro. E, come Giuseppe di Costanzo fa notare nella postfazione: «Quello che avete appena letto è a mio parere uno dei più grandi romanzi del Novecento».

ISBN
9788834712641
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