Philomena Lee (Judi Dench) è una anziana signora irlandese. Una sera, incalzata dalla figlia che ne ha trovato una foto, rivela per la prima volta dopo 50 anni di aver avuto un altro bambino da giovane, ma di essere stata costretta a lasciarlo in adozione dalle suore, in quanto concepito fuori dal matrimonio. La ragazza mette allora in contatto Philomena con Martin Sixsmith (Steve Coogan), un ex-giornalista inglese in cerca della storia adatta per tornare a lavorare. I due si mettono così in viaggio per scoprire che fine abbia fatto Anthony, il figlio della donna, ma sbattono inevitabilmente contro il muro omertoso misteriosamente eretto dalle monache.
Il film di Frears, Philomena, assomiglia a quegli uccelli che volano a lungo sopra i banchi di pesce, per poi gettarsi improvvisamente e catturarne uno. È una storia raccontata per larghi tratti con una leggerezza disarmante, ma che sa arrivare in profondità nei momenti giusti. Così capita di ridere per Philomena e la sua ingenuità nel confondere Oxford e Cambridge in “Oxbridge”, ma capita anche di rimanere commossi quando nella scena successiva prende la mano di Martin e dice semplicemente “io gli volevo bene davvero”.
Il senso di umorismo che attraversa il film è alimentato dalla chimica tra Philomena e Martin. Più di una volta le differenze tra i due saranno evidenti e porteranno a situazioni divertenti: gentile e tranquilla anziana signora lei, nevrotico e altezzoso giornalista lui. Ma il più grande merito della sceneggiatura firmata da Steve Coogan e Jeff Pope è quello di narrare un personaggio tondo e di spessore, che, senza esagerare, sa reggere l’emotività anche nelle scene in cui questa rischia di scadere nel patetico. Al resto pensa una bellissima interpretazione di Judi Dench.
Il taglio registico imposto da Stephen Frears è giustamente intimista e sottolinea adeguatamente i momenti creati dalla sceneggiatura, ma il ritmo del film non è affatto lento, anzi, è un ritmo scorrevole, elegantemente sostenuto da una corposa quantità di eventi e da un tono delicato. Philomena è un bel film sotto ogni aspetto: ben scritto, ben girato, ben interpretato. E, in tutto questo, riesce a trattare temi spinosi come la morale cattolica e il perdono con un perfetto equilibrio tra riflessione e tenerezza, l’equilibrio della sua splendida protagonista: Philomena Lee.