Lorenzo Fioramonti

Lorenzo Fioramonti e Un’economia per stare bene

Lorenzo Fioramonti in libreria per Chiarelettere con Un’economia per stare bene. Dalla pandemia del Coronavirus alla salute delle persone e dell’ambiente.

Lorenzo Fioramonti dice: “L’economia del XXI secolo si basa soprattutto sul capitale umano, sulla salvaguardia dell’ambiente e sulle nuove tecnologie; non riconoscere il ruolo cruciale della formazione e della ricerca equivale a voltare la testa dall’altra parte.

Lorenzo Fioramonti – Un’economia per stare bene

Lorenzo FioramontiIl prezzo della crescita economica a tutti i costi è divenuto ormai insostenibile: “Abbiamo aumentato le disuguaglianze senza precedenti”, spiega l’autore, “e la crisi ambientale che è sotto gli occhi di tutti rischia di distruggere il nostro futuro. L’epidemia di Coronavirus ci ha dimostrato quanto sia fragile tutto ciò”. Dobbiamo allora fare in modo che quello che è successo serva da sprone per una ripartenza e per la costruzione di un nuovo modello di crescita che non produca i disastri ambientali e sociali degli ultimi decenni.

In questo suo nuovo libro, Fioramonti propone ricette e progetti per andare in questa direzione: forte investimento su scuola e università per avvicinare presente e futuro; introduzione di un’iva flessibile ed elaborazione di un fisco intelligente che incoraggi consumi positivi per salute e ambiente e tassi quelli nocivi; nuova impostazione del lavoro, mettendo al centro il capitale umano, naturale e sociale e puntando sulle nuove tecnologie ecosostenibili.

 

 

 

L’autore

Lorenzo Fioramonti è professore ordinario di Economia politica all’Università di Pretoria, in Sudafrica, senior policy advisor presso l’Ecologic Institute in Germania e associato all’Università delle Nazioni Unite. È autore di diversi volumi, tra cui Il mondo dopo il Pil (Edizioni Ambiente 2019). Suoi articoli sono apparsi sul “Guardian”, il “Financial Times” e il “New York Times”.

È stato eletto alla Camera dei deputati nel 2018 ed è stato nominato viceministro all’Istruzione, Università e Ricerca nel primo governo Conte. Nel settembre del 2019 è diventato ministro dello stesso dicastero nel secondo governo Conte. Il settimanale tedesco “Stern” lo ha definito “un esempio” per tutti i ministri dell’Istruzione del mondo, per aver adottato lo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici come materia di studio obbligatoria.

In polemica con il governo per il sottofinanziamento della scuola e della ricerca, ha rassegnato le dimissioni alla fine del 2019, ma non ha smesso di lottare per questa causa. Durante la fase acuta della pandemia di coronavirus, si è fatto portavoce di proposte innovative sulla diffusione dello smart working, la tutela delle famiglie più svantaggiate e la transizione ecologica dell’economia.

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