Due commedie apriranno e chiuderanno la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, che si svolgerà dal 16 al 25 ottobre: si tratta rispettivamente di Soap Opera di Alessandro Genovesi e Andiamo a quel paese, scritto, diretto e interpretato da Ficarra e Picone. Due film che vanno ad arricchire il variegato programma del festival diretto da Marco Müller, che vede ad esempio già in cartellone, a pochi giorni dall’annuncio del programma completo, il nuovo film di Takashi Miike, Trash di Stephen Daldry, Soul Boys of the Western World sugli Spandau Ballet.
Soap Opera segna la terza collaborazione tra il regista e i due attori protagonisti Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi, dopo La peggior settimana della mia vita e Il peggior Natale della mia vita. Completano il cast del film Ricky Memphis, Elisa Sednaoui, Chiara Francini, Ale e Franz e Diego Abatantuono.
Con Andiamo a quel paese, invece, il duo comico palermitano torna dietro la macchina da presa dopo i successi ottenuti con Nati stanchi, Il 7 e l’8, La Matassa e Anche se è amore non si vede.
«In questi due film italiani trova nuova vita l’anima della commedia e lo spirito del comico – ha detto Müller. In Soap Opera, l’anima appassionata e tenera, la felicità sorgiva della commedia; e in Andiamo a quel paese, lo spirito generoso ma travolgentemente gaglioffo del cinema comico, la galleria multiforme di maschere e tipi irriducibili alle pretese di ragionevolezza della contemporaneità del cinema comico. Due film che parlano anche di una competenza profonda (industriale e artigianale), che può esprimersi tanto nella creazione di un universo di cinema-cinema a Cinecittà (Soap Opera), quanto nella reinvenzione cinematografica dei luoghi reali (Andiamo a quel paese – che rivisita la Sicilia di Germi). Una famiglia di grandi attori in stato di grazia, in Soap Opera, e una tribù di straordinari caratteristi (anche non professionisti) che circondano un fenomenale duo comico, sono i complici necessari di questi due modi, appassionati e affascinanti, di ritrovare il respiro inesauribile della comicità italiana».
Sotto, il backstage di Soap Opera