In arrivo l'adattamento cinematografico di "Abbiamo sempre vissuto nel castello"

L’incendiaria di Stephen King si apre con una dedica: «A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce». Il grande scrittore americano ha sempre provato una certa ammirazione per la Jackson, autrice di libri effettivamente molto belli, di cui vogliamo ricordare solo L’incubo di Hill HouseLa lotteria e Lizzie, quest’ultimo pubblicato nel 2014 da Adelphi (traduzione di Laura Noulian).
Ma menzioniamo anche Abbiamo sempre vissuto nel castello, perché è in arrivo l’adattamento per il cinema di questo titolo del ’62, edito in Italia nel 2009 sempre da Adelphi con la traduzione di Monica Pareschi (ricordiamo anche l’edizione precedente di Mondadori del ’90, pubblicata col titolo Così dolce, così innocente).
Sebastian Stan, Alexandra DaddarioTaissa Farmiga saranno i protagonisti della pellicola, prodotta, tra gli altri, da Michael Douglas. Le riprese sono appena iniziate, vi terremo aggiornati su ulteriori sviluppi futuri. Di seguito vi proponiamo la scheda del libro dal sito dell’editore e la copertina dell’opera:

È con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l’Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i «brividi silenziosi e cumulativi» che – per usare le parole di un’ammiratrice, Dorothy Parker – abbiamo provato leggendo La lotteria. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male – un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai ‘cattivi’, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.
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